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- « Tutto è soggettivo» dite voi; ma già questa è una inter- pretazione. Il « soggetto » non è dato, ma è qualcosa di inventato, di posto dietro. Infine è necessario mettere ancora l'interprete dietro l'interpretazione? Già questo è invenzione, ipotesi. In generale il mondo è conoscibile fin dove la parola « conoscen- za » ha senso; ma esso è spiegabile in altro modo, esso non ha senso dietro di sè, ma ha innumerevoli sensi. n Prospettivismo ». Sono i nostri bisogni che interpretano il mondo: i nostri impulsi e i loro prò e contro. Ogni stimolo è una specie di avidità di potere, ognuno ha la sua prospettiva che vorrebbe im- porre come norma a tutti gli altri stimoli. 277. ■ Il desiderio di fatti stabili » — Teoria della conoscenza: quanto pessimismo c'è in questo! « Scopo e mezzo » « Causa ed effetto » « Soggetto e oggetto » « Fare e patire » « Cose in sè ed apparenza » come interpretazioni (non come fatti) e in che senso forse inter- pretazioni « necessarie? » (come « conservatrici ») — tutte nel sen- so di una volontà di potenza. 279. Non è probabile che la nostra « conoscenza » debba andare ol tre quello che è strettamente necessario alla conservazione della vita. La morfologia ci mostra che i sensi, i nervi e anche il cervello si svi- luppano in rapporto alla difficoltà della nutrizione. 280. I La c onoscen za, per specie superiori di esseri, avrà anche nuove forme che ora non sono ancora necessarie. 281. L'uomo, da ultimo, non trova nelle cose niente altro che quello f che egli vi ha messo — il ritrovamento si chiama scienza, il mettei dentro — arte, religione, amore, orgoglio — In entrambi, e anche I