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In questo modo si crea infine la celebre «coscienza»: una voce interna che, ad ogni azione, n o n ne misura il valore in rap- porto alle conseguenze, ma la giudica riguardo all'intenzione e alla conformità di queste intenzioni colla « legge ». La santa menzogna ha dunque inventato: 1° un D i o che pu- nisce e ricompensa, che riconosce esaltamente il codice dei preti e manda questi nel mondo come suoi interpreti e plenipoten- ziari; 2° un a 1 di là della v i t a, in cui soltanto la grande mac- china penale si pensa che agisca, — a questo scopo si concepisce l'immortalità dell'anima; — 3° la c o s ci e n z a nell'uomo, come coscienza che il bene e il male siano cose fisse — immaginando che è Dio stesso che parla quando la coscienza consiglia di conformarsi ai precetti ecclesiastici. — 4° La m o r a 1 e, c o m e negazione dei procedimento naturale delle cose, come riduzione di tutto l'av- venire ad un divenire moralmente condizionato; e l'azione della morale (cioè l'idea della punizione e della ricompensa) come pene- trante tutto il mondo, come unica forza, creatrice di ogni cambia- mento; — 5° la verità considerata come cosa data, come rivela- zione, identica alla dottrina dei preti, condizione di ogni salvezza e di ogni felicità, in questo mondo e nell'altro. In summa : con che cosa si paga il miglioramento morale? — Rinunzia alla ragione: riduzione di tutti i moventi alla paura e alla speranza (punizione e ricompensa); dipendenza da una tutela sacerdotale, da una esattezza di formulario che ha la pretesa di esprimere una volontà divina; l'introduzione di una « coscienza » che mette un falso sapere in luogo dell'esame e della ricorra; come se fosse già prestabilito ciò che si deve e ciò che non si deve fare; una specie di castrazione dello spirito che cerca e che aspira al progresso; — in summa : la più grave mutilazione dell'uomo che si possa immaginare, é si pretende di averne fatto « l'uomo buono ». Praticamente tutta la ragione, tutta l'eredità di saggezza, di sottigliezza, di previggenza, condizione del canone sacerdotale, si riducono poi, arbitrariamente, a un semplice lavoro meccanico; la conformità alla legge vale già come meta, come meta suprema, la vita non offre più nessun problema; — tutta la concezione del mondo è insudiciata dall'i dea della punizione; — l'idea stessa della vita è trasformata allo scopo di rappresentare la vita sacerdotale come il non plus nltra della perfezione, si giunge a una calunnia e a un avvilimento dell'esistenza; — il