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prefazione del traduttore xxxi


cerca della verità razionale dell’idea presente alla coscienza per esteriorizzarne il concetto e dargli la forma esterna sensibile; confuse, cioè, l’intuizione col concetto razionale del vero, significato nell’esteriorità dell’apparenza sensibile. Ma perciò stesso, una volta che vide nell’arte il modo di conferire l’apparenza sensibile alla verità dell’idea, egli comprovò e sostenne, dunque, la concreta realtà dello spirito artistico, sia pure che lo consideri non già come un momento distinto e autonomo e, come tale, non eliminabile né superabile, sibbene come un momento superabile e superato dallo spirito filosofico. Il filosofo tedesco depotenzia l’arte, ma dopo averla potenziata; dopo averle riconosciutatutta la realtà vivente dell’idea. Appunto nella potenziazione decisiva e permanente consiste la scoperta del De Sanctis, che, definendo l’arte come forma, ne segna i confini distinti e netti, e, insieme, ne caratterizza l’essenza e la funzione specifica; giacché precisamente il concetto del contenuto-forma è quello che sussume ed esaurisce la sostanza dell’attività artistica, l’atto della fantasia creatrice. Infatti, se la fantasia nell’istante che intuisce dentro di sé un quid, una cosa, dalla cui apparizione è attratta la sua attenzione interna, non possedesse il potere di edurla dal proprio interno, di oggettivarsela individuandola per filo e per segno come la intuisce, di rappresentarsela nell’individuazione che le è propria, ossia, in una parola, di produrla nella sua forma specifica, essa evi-