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la gioia superiore 207


tatori veramente estetici mi confermeranno, che tra gli effetti caratteristici della tragedia il più singolare è appunto cotesto doppio processo. Si trasporti ora, in un analogo processo, all’artista tragico questo fenomeno proprio dello spettatore estetico, e s’intenderà la genesi del mito tragico. Egli partecipa col mondo artistico apollineo la piena gioia dell’apparenza e della visione, e, nello stesso tempo, rinnega tale gioia, e prova un appagamento anche più alto nell’annichilazione del mondo visibile dell’apparenza. Il contenuto del mito tragico è innanzi tutto un avvenimento epico in cui si ha la glorificazione dell’eroe in lotta; ma donde nasce quella voga per sé stessa inesplicabile, per cui il patimento nel destino dell’eroe, le più strazianti soggiogazioni, i più angosciosi contrasti di motivi, in una parola, l’esemplificazione della saggezza di Sileno o, per dirla esteticamente, il brutto e il disarmonico vengono sempre ripresentati in così innumerevoli forme, con tanta predilezione, e proprio nell’età più esuberante e più giovanile di un popolo; donde nasce, se non dalla gioia superiore che si prova da tutto cotesto tumulto di sentimenti?

Giacché ciò che effettivamente avviene di tragico nella vita sarebbe il meno atto a spiegare l’origine di una forma artistica; essendo vero, all’opposto, che l’arte non è meramente un'imitazione della realtà naturale, sibbene per l’appunto un supplemento della realtà naturale postole accanto per superarla. Il mito tragico, in quanto appartiene essenzialmente all’arte, par-