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xxvi prefazione del traduttore


principiato il bozzolo: in che modo lo compie? Il modo non può essere che uno: seguire come modello lo stesso proprio corpo tessendo il bozzolo, e rinchiudervisi. Se l’essenza delle cose è la volontà che le fa e disfà per puro diletto artistico, per la gioia di creare costruendole e ricostruendole senza posa, e per ricostruirle deve senza posa distruggerle; se il Wille primigenio non può godere la gioia della vita delle cose create, altrimenti che attraverso lo strazio della morte delle cose distrutte; se il suo essere è un continuo processo estetico di liberazione delle cose morte nell’apparenza delle cose vive, che appaiono vive appunto correndo alla morte; se la realtà vera è cotesto spirito estetico di liberazione dalla morte nell’apparenza, nell’illusione artistica della vita; è evidente, che la vera scienza è esclusivamente conoscenza estetica, che la verità è esclusivamente estetica, che l’essenza del mondo e con essa il mondo rimane rinchiusa nel bozzolo di seta, nel bozzolo dell’arte, e non ne esce. Dire scienza è dire arte; la scienza non ha più ragion d’essere, non esiste più. Parimente è chiaro, che se la vita è un fenomeno estetico e il perché del mondo è l’arte, essa dev’essere affermata e goduta come tale con piena e intera coscienza; come arte, la vita dev’essere vissuta, elevata, sublimata in tutta la potenza e la magnificenza di cui è capace l’idea della bellezza, immortale come è immortale la Volontà primigenia, avida, in sostanza, non di altro che di bellezza.