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capitolo diciottesimo |
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invano si cerca un appoggio a tutti i grandi periodi e i geni produttivi, invano si raccoglie a consolazione dell’uomo moderno tutta quanta la «letteratura universale», e lo si circonda degli stili e degli artisti di tutte le età, affinché egli, come Adamo agli animali, dia loro un nome: nulladimeno egli continua a essere l’eterno affamato, il «critico» senza gioia né forza, l’uomo alessandrino, che in fondo è un bibliotecario e un correttore, e si acceca miseramente sulla polvere dei libri e gli errori di stampa.