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l’asse della storia 131


il mito, che io anzi ho or ora designato come conseguenza necessaria, di più, come mira e scopo della scienza.

Chi si rende chiaro conto, che dopo Socrate, il mistagogo della scienza, le scuole filosofiche si sono succedute l’una all’altra come onda a onda; che fino ai più remoti dominii del mondo incivilito una universalità non mai prima presentita della brama di sapere sospinse la scienza, come vera e propria missione delle menti più idonee, a quell’altezza oceanica da cui in seguito non si potè mai più ricacciarla interamente; che cotesta universalità distese per la prima volta la rete comune dell’umano pensiero su tutto quanto il globo, e, per giunta, con la mira d’includere tra le sue leggi un intero sistema solare; chi tiene presente tutto ciò e, insieme, contempla la stupenda elevatezza della piramide scientifica dell’età presente, non può negare di riconoscere in Socrate il solo asse e il cardine della così detta storia universale. Si pensi infatti che cosa sarebbe avvenuto, se tutta cotesta incommensurabile somma di forza, che fu assorbita da quella tendenza universale, fosse stata impiegata non già in servizio del conoscere, ma negli scopi pratici, vale a dire egoistici, degl’individui e dei popoli. È verosimile, che nelle universali lotte di sterminio e nelle continue migrazioni dei popoli il piacere istintivo della vita si sarebbe affievolito talmente, che, divenuto il suicidio un’abitudine, il singolo avrebbe finito forse, come ultimo avanzo del sentimento del dovere, col te-