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88 capitolo nono


originale è commesso dall’uomo, il peccato originale dalla donna. D’altronde il coro delle streghe canta:


Noi non andiamo con troppo rigore:
La donna la fa con mille passi;
Ma per quanto essa possa affrettarsi,
L’uomo la fa con un salto.


Chi comprende l’intimo nocciolo del mito di Prometeo, vale a dire la necessità del misfatto imposta all’individuo anelante alla potenza titanica, sentirà insiememente anche ciò che di non apollineo contiene cotesta idea pessimista; giacché Apollo vuol condurre alla calma gli esseri singoli appunto tracciando tra loro le rispettive linee limitative, e tenendole sempre loro presenti, come le più sacre leggi universali, coi suoi precetti di conoscenza di sé e di misura. Ma affinché con questa tendenza apollinea la forma non si congeli nella rigidità e freddezza egiziana; affinché nella sollecitudine di predeterminare alle singole onde il loro corso e la loro estensione, il moto di tutto il mare non resti morto, l’alta marea del senso dionisiaco sopravviene di tempo in tempo a rimescolare tutti quei piccoli cerchi, in cui la «volontà» unilateralmente apollinea cerca d’incantare e irrigidire l’ellenismo. 11 fiotto repentinamente sollevato del senso dionisiaco prendeva allora sul dorso le singole piccole cime ondulate degl’individui, come il fratello di Prometeo, il titano Atlante, prendeva sul dorso la terra. Cotesto impeto titanico, l’impeto, cioè, di diventare