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cuore non furono poi le uniche belle doti del Ginevri; chè anco la lealtà, la franchezza lo distinsero. Tanto è vero che, per dirne una, quando nel 67 il Prefetto della Provincia gli chiese il suo parere sulle ragioni del malcontento che in talune classi della popolazione allora serpeggiava, egli, senza ambage, gli dichiarò doversi esse ricercare nella malversazione della pubblìca cosa e nell’attuazione di leggi create con mal genio e senza conoscenza delle cose e degli uomini.

Forse il Ginevri mostrò talvolta di non avere troppo senso pratico delle cose; ma ciò devesi attribuire all’esuberanza che c'era in lui dell’idealità del bene, della quale, come scriveva giorni sono il chiarissimo avvocato Raffaelli, egli ne aveva da vendere ad una generazione nuova, non già ad alcuno o ad alcuni. Forse fu troppo pronto nel criticare l'operato di amministrazioni da lui non presiedute, forse non gli mancarono altri difetti. Ma contuttociò, la sua rimane sempre una bellissima e simpatica figura di patriotta, di cittadino, che nessuno dimenticherà mai, che tutti, invece, sempre ammireranno.

Che tutti ammireranno, dico, ma che sventuratamente pochi solo cercheranno imitare! Perchè se i vecchi patrioti se ne vanno, sembra