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nelle campagne per la libertà e l’indipendenza della Patria, e le croci dei S. S. Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia. Erano esse la prova del suo valore, del suo patriottismo, di quanto aveva fatto a pro’ dell’Italia e del suo paese nativo.

All’annunzio della sua morte, un cordoglio vivissimo invase il cuore d’ognuno; la sua salma fu accompagnata al cimitero dalla cittadinanza intera; al passare del feretro che la portava, i negozi tutti si chiusero. Era un tributo d’amore e gratitudine ben dovutogli quello che Pergola così gli rendeva.

Amicissimo del Finali, del Tanari, di Augusto Elia, del Principe Simonetti, del De-Poveda, del Ploner, del Misturi, del Casarini, del Salvoni, del Cresci, dell’Orsi, del Penserini e di tanti e tanti altri illustri patrioti che nei giorni delle lotte per la libertà avevano potuto apprezzarne le rarissime virtù della mente e del cuore, il Ginevri si ebbe poi anche l’amicizia del Serafini, del Corvetto, del Mariotti, del Canzio, del Vaccai e di molti altri uomini eminenti.

Oltre gli opuscoli che ho già ricordato, ne scrisse, fra gli altri, uno sulla grotta di Frasassi, riprodotto per intero dal Touriste di Parigi; uno sulla legge del Macinato; un manuale teorico-pratico