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9 gennajo 1862 comunicò all’Accademia Archeologica affinchè venissero inseriti negli atti. Difatti furono stampati nel Tom. XV dalla pag. 173— 368.

Educato fra le amene campagne di Andezeno e di Chieri, divenuto conoscitore, che i luoghi ora deserti nell’Agro Romano, un tempo erano popolati, nulla più ardentemente desiderava che tornassero a nuova esistenza. E qual ricercatore indefesso delle cose antiche, colla sua laboriosa industria si sforzò di riavvicinare i tempi trascorsi nell’oblio, facendo nostre molte cognizioni di antiche città, di cui non restavano che frantumi informi e quasi scomparsi.

A buon diritto possiam ripetere del Coppi coll’Eccles. 39, «Sapientiam antiquorum exquirit sapiens

Egli colla viva facoltà dell’intendimento prendevasi diletto di risalire a secoli andati per rendere alla luce avvenimenti già dal tempo sepolti nelle tenebre, per quindi tener dietro ai progressi delle umane generazioni, dalla sua infanzia, sino alla età nostra.

È con tale intendimento che lesse molti discorsi nell’Accademia Archeologica e nella Tiberina.

Nel 1843 riuscì far promotore di una Società Agraria l’Eminentissimo Cardinale Massimo di ch. me. e che prese vita sotto la denominazione di Pontificio Istituto Statistico Agrario e d’incoraggiamento. Questa aveva per oggetto di migliorare possibilmente le campagne Romane ed il Coppi ne fu Segretario sino a che le vicende politiche del 1818 non distrussero questo utile ed interessante Istituto.

Il Nicolai serbava una speciale ammirazione alla Basilica di S. Paolo sulla Via Ostiense, presso la quale possedeva una amenissima vigna ed aveva raccolto me-