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quanto aveva scritto il Volpi sull’antico e profano Lazio che comprendeva una parte dell’Agro Romano sulla riva sinistra del Tevere. Raccolse documenti negli archivj di S. Maria Nuova, degli Orsini e del Campidoglio, nella Biblioteca Barberina e nella Vaticana. In quest’ultima esaminò specialmente li 143 volumi dei manoscritti di Monsignor Pier Luigi Galletti, il quale aveva raccolto una numerosa quantità di notizie e di documenti Romani. Visitò le rovine tuttora esistenti di Ostia, Laurento, Gabio, Fidene, Vejo, Ceri e Porto. Fece finalmente escursioni per i Castelli costrutti nel Medio Evo ed ora abbandonati.

Con questi elementi, il Nicolai, dal 1817 al 1832 lesse nell’Accademia Archeologica undici memorie che furono inserite nei primi quattro volumi degli atti stampati.

Dopo la morte del Nicolai, Antonio Coppi, continuò l’opera e ne lesse altre tredici che trovansi stampate nei Vol. V-X.

Intanto nel 1813 si fondò l’Accademia Tiberina avente per precipuo scopo di occuparsi delle cose di Roma. Per tale oggetto il Cav. Coppi propose che la medesima si consagrasse principalmente a compilare una storia civile della Città del Medio Evo e per questo oggetto raccolse documenti, mentre radunava in pari tempo quelli per le campagne Romane.

Nel mese di Luglio 1813 incominciò tale storia, ma subito lo spaventò il prospetto dell’immenso lavoro, cui si accingeva. D’altronde dovendo attendere ad occupazioni amministrative e legali gli fu d’uopo di sospendere la continuazione.

Si limitò ad ordinare i materiali in modo cronologico. Fra questi ne scelse 225 dal 608 al 1527 che ai