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Questi però si oppose di accettarlo nella Compagnia come quegli che alquanto balbuziente, non poteva essere atto alla predicazione ed allo insegnamento e con siffatta imperfezione di poca utilità alla Compagnia.

Tornatosene pertanto a Roma si recò dal suo amico, Mariano Manfredi, conosciuto già nel noviziato di Spoleto, interessandolo a procurargli qualche occupazione. Questi che aveva un fratello, anziano di età, Procuratore Rotale, mancante di prole, desiderava di formarsi un’allievo il quale come nell’esercizio del Foro, così lo assistesse nella sua vecchiaja.

Egli animato e fermo in tal proposito stabilì al Coppi un tenue assegnamento con cui potersi mantenere ed attendere frattanto agli studj legali, per poi essergli un giorno di efficace sussidio nell’esercizio del foro. E così facendo, mentre non trascurava la frequenza alla Università Romana e pubbliche scuole di diritto, assisteva assiduamente il suo protettore benefico, in quanto ne lo richiedeva.

Il Prelato Nicola Maria Nicolai, celebre per l’opera pubblicata nel MDCCC dei Bonificamenti delle terre Pontine e per l’altra delle Memorie sulle Campagne Romane nel MDCCCIII concepì l’idea di compilare una storia dei luoghi una volta abitati ed ora deserti dell’Agro Romano.

Per questo oggetto nel 1811 commise a Travostini, Legale Piemontese, stabilito in Roma, di cercargli un giovine che raccogliesse memorie e documenti necessarii all’uopo. Il Travostini che molto stimava il suo compaesano ed amico, Antonio Coppi, il propose al medesimo e così assunse un tale lavoro.

Accintosi all’opera consultò i classici latini, esaminò