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e rigido regime di vita prescrittogli, tantosto si succedevano periodi di sfinimenti nervosi; ed un umore erpetico, che aveva fermato la sua sede sul piede destro, laddove accennava salutare beneficio, non era che foriero della morte.

Imperocchè diminuitosi e poscia scomparso, ridottosi il Coppi al letto con leggera febbre di apparente indole reumatica, apparve subito che quella lampa, già sì fulgente, fattasi arida, era per oscurarsi ed ispegnersi.

Tranquillo e rassegnato risguardava il transito della sua vita con cristiana filosofia, tanto che la gravezza degli anni, cogli inerenti incomodi ognor crescenti, chiamando i conforti della SS. Religione, il 24 di febbrajo accolse con serenità d’animo il Revdo Parroco dei SS. Quirico e Giulitta e si dispose piamente a ricevere il Santissimo Viatico.

Il dì seguente, che fu poi il nefasto della morte, conservando limpide le facoltà intellettuali, al medesimo che disponevalo alla Estrema Unzione, con accento stentato, ma fermo rivolse le seguenti parole dell’epistola di S. Giacomo «Infirmatur quis in vobis? inducat Praesbiteros Ecclesiae et orent super eum urgentes cum oleo de nomine Domini et oratio fidei salvabit infirmum et allievabit eum Dominus et si in peccatis sit, remittentur ei». Quindi soggiunse «Mi sembra che non sia però giunto un tale bisogno, non ostante vi siate così, jeri, affrettato di amministrarmi i SS. SACRAMENTI; credeste ad un pericolo imminente, che, come vedete, non era».

Ricevuto anche tale estremo Sagramento, gli umori retrocessi affollandosi al petto facevano indizio della sua prossima perdita ed un’ora prima che rendesse l’anima