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ed in ogni infermità onorollo di sue frequenti visite, mettendo a di lui disposizione, mezzi dove occorressero, offrendosi a tutto; ed allorchè vidde il buon vegliardo prossimo a morte, ne pianse di rammarico.

La società serale poi che distraeva il suo spirito, cui si stette ligio in frequenza fino agli ultimi giorni della sua vita, era quella della Clementina Carnevali Vedova Mongardi, dove fu sempre il convegno di uomini distinti e del bel fiore della cittadinanza italiana, attratti dalla non comune coltura ed isquisita amabilità di questa distinta Dama. Il Coppi conservò per la medesima illimitata stima ed amicizia e ne aveva ben donde, perchè innumerevoli ed in ogni tempo furono le cordiali dimostrazioni, che n’ebbe, e segnatamente nell’ultima sua infermità.

I Cardinali ed altri personaggi di merito, nostrani ed esteri, i più celebrati diplomatici, furono sempre in rapporti seco lui; così mantenne inveterata relazione ed intimità amichevole, coll’Eminentissimo Cardinale Di Pietro, ch’egli apprezzava sommamente qual profondo diplomatico e sapiente giureconsulto, non che con gli ora Cardinali Barili, e Ferieri, quali tutti allorchè Nunzj, suoleva dilettare con un periodico di notizie Romane che loro trasmetteva. Nella Prelatura del pari, tra i moltissimi, aveva speciale attaccamento e stima per il suo connazionale Monsignor Di San Marzano, personaggio distintissimo per natali ed apprezzalo per dottrina, il quale tanto corrispondeva al Coppi di affezione, che fu dolentissimo di non essersi trovato al suo letto di morte, per averne ignorato la malattia di lui.

E tra gli uomini preclari prossimi al cuor suo, non dovrà preterirsi il Commendatore Benedetto Trompeo, di