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berarsi dalle soggiogazioni, le quali erano censi passivi aventi ipoteca generale. Il Re dispose che ai creditori delle medesime si assegnassero fondi stabili. La Principessa di Castiglione approfittò di tali provvide leggi, liberò i suoi fondi da ogni peso ed ordinò al Coppi di venderli e rinvestire i capitali in Roma, lo che fu effettuato.

Il Coppi fra le tante sue soddisfazioni ebbe pur quella di riportare splendida vittoria nel 1862 sull’annona lite che esisteva contro gli Angiò, lite che ricordava il suo principio dal 1640.

La illustre Principessa, col compianto di quanti ammiravano le sue esimie virtù, nel 1864, passò agli eterni riposi e mai sempre generosa Le piacque, in migliore attestato della sua soddisfazione, per l’operato del Coppi, di disporre al medesimo, in onorifico legato, il suo orologio a ripetizione ed il proseguimento del vistoso onorario assegnatogli.

Ma maggiore onoranza torna a questa magnanima Principessa, e pubblica riconoscenza Le si debbo in quanto che, come il defunto stesso lasciò scritto «mercè il cospicuo assegnamento della Principessa Colonnese indirettamente Le è dovuto, se egli potè attendere con tranquillità agli studj storici e scrivere con indipendenza politica gli Annali d’Italia, le Memorie Colonnesi, dissertazioni storiche ed agrarie ec.»

Nè i soli interessi della Eccellentissima Casa Colonna ebbe a trattare il Coppi; imperciocchè la fama della sua perizia ed onestà trassero clienti illustri a valersi della di lui sperimentata capacità.

Infatti occupandosi egli nella Sicilia degli affari Colonnesi, il Conte Bolognetti Cenci e Bonaparle di Canino;