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dono, si scorge un ben essere universale dei villici. Di questo due sono le cause, cioè il ritrovarsi fra villici agiati possidenti, che non si distinguono dagli altri nel vestito, e nella maniera di vivere, e l’essere il colono ben trattato dal possessore del fondo. Quivi rare sono le affittanze, ed invece si usa di contrarre col villico una società, pel quale uno dà a lavoro il campo, e l’altro impiega fatica, e sudori, e si dividono i frutti, ad eccezione della foglia de’ gelsi, che è assoluta proprietà del padrone del fondo, in relazione di due terzi al proprietario, e di un terzo al colono riguardo alle uve, e di metà per socio riguardo alle granaglie, ed agli altri frutti del suolo. I costumi de’ villici del Trentino, ed in generale del Tirolo italiano furono a meraviglia descritti da Monsignore Ticini, Canonico onorario della Cattedrale di Trento, Decano foraneo, e Parroco di Pergine nel suo — Uberto, o le serate d’Inverno dei buoni contadini.

Il saggio osservatore avrà esaminato il terreno composto di argilla, calce, e sabbia, il più proprio per l’agricoltura