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Consiglio di dieci. Per la Scuola di S. Maria della carità fecè la Madonna che sale i gradi del Tempio. Ritrasse il Carlo V. in Bologna, e ne hebbe mille scudi: fecè anche molti altri ritratti, come quello di Papa Paolo III, chi se fecè ritrarre in Bologna, e si vede nella guarderrobba del Card: Farnese; poi quello di Fra: Maria Duca di Urbino, nella guardarobba di qual Duca si vedono molti gli suoi più belli ritratti. Nel Duomo di Mi Verona fecè nella facciata l'assunta di N. Donna in cielo, e gli Apostoli in terra. Venne à Roma l’anno 1546, chiamato dal Card: Farnese ove fecè varii ritratti, ed una Danae, che havea in grembo un Giove transformato in pioggia d’oro molto stimato da M. Agnelo quando l’ando vedere. Ritorno à Venetia, fecè il ritratto di Filippo II Rè di Spagna, e quello del Rè Francesco di Francia. Fecè poi un gran quadro dà Altare, ove si vede Dio in Trinità con molte figure d'ordine di Carlo V, la quale voleva mettere nel monasterio, dove poi finì il suo corso della vita. Fecè per la Regina Maria dui quadri, l’uno del Prometeo, l’altro del Sisifo, e poi un Tantalo. Poi dipinsè Venere et Adone, l’Andromeda, la Diana, un Europa, le quale tavole devono esser’al Rè di Francia. Finì le sue opere più nella gioventù, che non fece poi, quando le condoceva di colpi, tirati via di grosso, e con macchie di maniera, che da presso non si sono vedute, mà di lontano parevano perfette. Fecè ultimamente Giesù Christo in grembo alla Madonna, adorato da i Magi; Christo schernito da Giudei; in Ancona all’altare maggiore di S. Domenico Christo in croce, alla Chiesa di Corsacchieri in Venetia S. Lorenzo molto bello. A S:t Sebastiano un S. Nicolò. Dipinse poi una S:ta Madalena scappilliata molto bella. Mandò in Francia una Cena di Christo con gli Apostoli, poi anche come Christo si ripone in Sepolcro, ov’anche è il quadro di N. Signore con gli discepoli in Emaus.