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Protomaco.
(attonito)
Che!...
Tucrito.
(a Protomaco, pur tenendo Nicarete abbracciata)
Capisci bene che l’uomo che respinge una donna, fosse anche il più brutto, il più stupido, col solo ferirla che fa nell’orgoglio, le lascia desiderio di sè, nel desiderio della rappresaglia... Anche l’odiarlo, in tal caso, può essere un’infedeltà. Tu m’inquietavi!... Adesso che lei la rappresaglia l’ha ottenuta... e che ha visto te così inesorabile, adattarti... a ben peggio... tu diventi perfettamente inconcludente... Grazie! Non è così, Nicarete?
Nicarete.
(abbracciata a lui, con effusione)
Oh sì, sì... per la Dea Venere!... Grazie, Tucrito!... Ti vorrò bene di più...
Tucrito.
(terminando la frase)
Perchè, dopo lavata l’offesa al tuo orgoglio, ora sposandoti lavo quella al tuo onore. Sarà bella ed allegra la tua festa quest’oggi! (ricambiandole il bacio, e volto a Protomaco) Con permesso. Ah sì, i tuoi baci sono più dolci del nettare... (nell’avviarsi abbracciati, lui e Nicarete, verso le stanze di quest’ultima, a sinistra) Per lui