Pagina:Nicarete ovvero La festa degli Alòi.djvu/59


— 55 —


Protomaco.

(affranto si appoggia a una colonna chinando a terra lo sguardo)

Numi!

Nicarete.

(alzando il capo di su la spalla a Tucrito, volta a Protomaco con voce affabile)

No, ferma, Carione. (Carione s’arresta) Protomaco! (Protomaco la guarda) Neppure gl’Iddii disfanno il destino. Dopo l’ingiuria di avermi ripudiata innocente, mi hai fatto l’altra di rivolermi colpevole. Ti ho perdonato la prima, ti perdono la seconda... perchè la donna, se perdona, lo fa meglio dell’uomo. Il disonore che a me tu hai inflitto io a te lo risparmio. Nè Carione, nè Tucrito ti accuseranno all’Arconte. S’intende che in pubblico ritirerai l’accusa... lo giuri...

Protomaco.

Lo giuro... E allora? (con accento di speranza, avanzandosi verso lei)

Tucrito.

(con tutta flemma, frapponendosi fra i due, e cingendo del braccio Nicarete)

Allora io ti sposo regolarmente... poichè per Giove, me lo son meritato!... (a Protomaco) Che diamine! Ti ho invitato per questo... (mentre parla accarezza Nicarete) N’è vero, Nicarete?