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marito Teséo non si vergogna di abbandonarla sur una spiaggia deserta. E non aveva la più piccola colpa, neppure un pensiero a rimproverarle!... Che n’era di lei, se il buon Nume Dionisio non si moveva a pietà, e non la raccoglieva nel talamo, che ella fe’ lieto di prole bella e gagliarda?

Protomaco.

(di ripicco affettando anch’egli disinvoltura)

Già... già... la storia ti conviene raccontarla a quel modo. Pure v’è chi afferma che Arianne non fosse così facile a consolarsi... (guardandola e poggiando sulle parole) come altre; e che le fanciulle dell’isola, per farle coraggio, dovettero a lei pietosamente inventar lettere del suo Teseo: e quando più non fu possibile nasconderle il vero, dal dolore dell’abbandono la poveretta... si appiccò. (con forza) Quello sì era amor vero!... E per questo meritò che Teséo pentito la compiangesse...

Nicarete.

(ironica)

Dopo morta... eh?...

Protomaco.

(rincalzando senza rilevare l’interruzione)

E che funerali le fece!... e a tutte sue spese! e che statue le innalzò!... E come le fece ogni anno celebrar sacrificii!!...