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un gran fracasso; si spalanca d'un tratto un finestrone propio nel muro, la bestia tira fori du' ale strasmisurate, e via per l'aria a volo con Ferdinando addosso. Tutto 'mpaurito, Ferdinando s'attieneva con le mane alla criniera dell'animale; e quello passa i monti, passa le spiagge, passa il mare, e vienuto finalmente all'isola deserta medesima indove Ferdinando 'gli era naufragato, lo porta addirittura al palazzo de' sette signoroni mezzo ciechi, e lì, tonfete! dà uno scossone, lo strabalza di sella e in nel voltarsi per andarsene con una codata gli cava netto un occhio. Agli urli di Ferdinando corsano i sette signoroni, e quando lo veddano a quel mo' concio, un di loro gli disse: - Ora tu po' nentrare liberamente. C'è lo strapuntino, c'è lo sgabello, e da mangiare e da bere anco per te. La sera te pure ti scalderai al cammino e buttandoti la cenere in sul capo, ti converrà come noi dire: - Per la nostra sciaura! per la nostra sciaura! Questa 'gli è la pena de' curiosi, che nun sanno tiener di conto del bene acquistato.