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sicché no' ti si lassa padrone spotico del palazzo, e bada di guardarcelo bene insino a tanto che si torna. Decco, quest'è un mazzo di cento chiavi e aprono cento quartieri: girali pure tutti, visitali a uno a uno e divertiti, ché da vedere c'è dimolte cose. Poi, detti gli addii, Ferdinando accompagnò le ragazze alla porta del palazzo e quelle partirno; ma arrive in fondo a' giardini, una ne tornò addietro con in mano una chiavina d'argento, e disse a Ferdinando: - Ci s'era scorde di consegnarti anco questa chiavina. Bada però di nun aprire con questa nissuna porta, perché se tu apri la porta di questa chiavina, tu ti poteressi pentirò tardi della tu' curiosità. Statti dunque in sugli avvisi, se ti preme il ben vivere. - Che, che! nun dubitate di nulla, - scrama Ferdinando; e la ragazza raggiunse le su' compagne, e tutte a poco a poco nun si veddan più in que' loghi. Dunque Ferdinando restato padrone spotico del palazzo, ugni giorno 'gli andeva a visitarne uno de' quartieri e passava il su' tempo spassandosi con tutte quelle maraviglie che c'erano dientro; vienuta poi la mattina del centunesimo giorno lo chiappò la tentazione del curioso: - Ma questa chiavina d'argento che porta mai aprirà? Oh! che vi pol esser serrato in questo logo proibito da far paura a me? Con di tali pensieri Ferdinando gironzolava a caso per il palazzo, quando, per su' disgrazia, diede del naso a un posto che nun aveva prima visto in nel cortile, e lì c'era una porticina tutta d'argento. Scrama: - Bada, veh! Eppure la chiavina 'gli è di quest'usciolo. Provo, o nun provo? - e intanto mette la chiavina in nel buco della toppa; gira e il serrarne si spalanca. Lì per lì Ferdinando stiede in sul peritoso di aver fatto male, ma oramai la porticina era bell'e aperta, sicché lui nentra dientro e vede una stalla con un cavallino baio, che pareva tutt'allegro della visita. Ferdinando s'accosta, accarezza l'animale in sulla groppa, e l'animale bono; in quel mentre volta l'occhio e sur un trespolo s'accorge che ci steva una briglia, una sella e un frustino; subbito dice fra sé: - Oh! che guasto sarà egli s'i' monto a cavallo e vo' a riscontrare le mi' ragazze, che devon orora ricapitar qui? Detto fatto; lui sella il cavallino, gli passa la briglia al collo, piglia il frustino e su d'un salto. Ma a male brighe accomido, [80] deccoti