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d'uno sgabello per arrivargli e tieneva il coltello in mano. A un tratto gli sbucchia un piedi e casca di tonfo addosso al ragazzo e col ferro gli trapassa la gola. Figuratevi lo spavento e il dolore di Ferdinando! Cavò dal bagno quello sciagurato, si provò a medicargli la piaga. Ma che! Verciava sangue a vergaferro, sicché a levata di sole il ragazzo era bell'e morto, che nun ci fu rimedio. Ferdinando allora doppo la disgrazia successa, che fu un destino, sortì fora dalla lapida, e lontan lontano eccoti che vedde il solito barchettino nel mare, che vieniva via insenza rembolare: lui lesto risale sul frutto e ci si rimpiatta per bene. Il barchettino arrivò alla spiaggia e smontano il vecchio co' su' dodici Mori; ma in nell'accorgersi della lapida spalancata il vecchio s'insospettì. Chiama e richiama, e nissuno gli arrispose; sicché scende in nella buca, e, poero padre! ti vede il figliolo morto con quella coltellata a traverso la gola. Urli e pianti che nun finivan mai, nun ne mancorno: ma finalmente, presano il morto, lo rinvoltorno con de' panni e, messolo in nel barchettino, tutti piagnendo se ne andiedano via. Ferdinando, affritto anco lui per il male che aveva fatto insenza la su' volontà, quando il barchettino nun si scorgeva più, scese dal frutto per cercare se c'era un modo di nuscire da quell'isola disgraziata. Dunque si mettiede a girarla, e di lì a un po' deccotelo in una macchia folta su per un colle, e verso il tramonto del sole s'avvede che un raggio sbacchiava dientro la porta d'un gran palazzo e la faceva tutta luccicare com'uno specchio. Ferdinando seguita a montare e arriva a un prato, addove nel mezzo steva quel palazzo; lui ci va e picchia forte, ma nissuno rispondeva. Aspetta, aspetta, tutt'a un tratto sente uno stropiccio di piedi; si volta e vede sette signoroni che vienivano su su zitti zitti, e quando gli furno vicini s'accorse che a ognuno di loro gli mancava un occhio. Dice, doppo la debita riverenza: - Signori, son un povero naufragato 'n mare: vorre' un po' di ricovero. Di chi è questo palazzo? C'è egli modo d'albergarci per almanco una notte? Un di que' sette gli arrispose: Il palazzo è la nostra abitazione, ma nun ci pole stare nissun altro, perché nun ci sono che sette strapuntini per dormire, sette sgabelli per siedere, e il mangiare e bere è appunto per [