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75] fondo a quella buca, e c'era una bella cammera tutta accomida con quella robba del barchettino, e di mangiare ugni ben di Dio; c'era anco un cammino con il su' foco e un bagno con dell'acqua. Doppo guardato dappertutto, dice Ferdinando: - Gnamo, raccontami un po' chi siei e perché t'hanno rinserro quaggiù. Si messan tutt'e dua a siedere in sul letto, e il ragazzo disse: - Tu ha' da sapere ch'i' sono il figliolo unico del Re d'Egitto. Quel vecchio che mi menò qui 'gli era appunto il mi' babbo, e que' Mori son gli stiavi di casa nostra che ci servono. Dunque, quand'i' nascetti, il babbo mandò a chiamare una Strolaga famosa del paese di noi, perché lei mi strolagassi; e lei disse, che averei possuto avere dimolta fortuna, ma che, finiti i mi' dodici anni, dientro quaranta giorni dovevo essere ammazzato dal figliolo del Re di Francia. Imperò la disgrazia nun sarebbe accaduta, a patto che in que' medesimi quaranta giorni me ne stassi niscosto per bene fora della vista del mondo. Ecco perché il babbo volse serrarmi quaggiù in questa buca, e finiti i quaranta giorni, lui viene a ripigliarmi e mi rimenerà al palazzo reale in Egitto. In nel sentire questo discorso Ferdinando s'isgomentò a bono: lui 'nfatti 'gli era pur troppo il figliolo del Re di Francia; ma nunistante stiede zitto e al ragazzo nun gliel'appalesò per nun ispaurirlo, e fra sé pensava intanto di starsene 'n sulle sue, perché la disgrazia annunziata dalla Strolaga nun avess'a succedere per su' propria volontà. Così passorno insenza imbrogli trentanove giorni, e a tutt'e dua, ognuno per la su' parte, gli pareva oramai d'essere fora de' pericoli; quando in sulla sera del quarantesimo giorno dice il ragazzo: - Domani viene 'l babbo a pigliarmi. S'ha da fare un bagno e pulirsi, perché lui ci trovi a modo, e io ti presenterò a lui come il mi' compagno che è stato con meco a spassarmi. Dice Ferdinando: - Sì, sì, facciamo il bagno, e te ci nentrerai per il primo. Scaldano l'acqua nella tinozza e il ragazzo ci si attuffa dientro, e 'n quel mentre che 'gli era lì, dice: - Ferdinando, i' ho sete. Che mi faresti una limonata? - Subbito, - arrisponde Ferdinando, e piglia un coltello per affettare il limone. I limoni gli avean messi su d'uno scaffale sopra la tinozza, e però Ferdinando ascese [76] su