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che parla: ma anco questa volta lui si fece scommovere dalle suppriche e da' pianti, e al pescio gli diede la via, e poi della pescagione n'ebbe quanta ne volse in nel solito stagno. La su' donna però, quando il pescatore viense a casa e gli disse quel che aveva fatto, nuscì da' gangheri, mettiede le mane 'n su' fianchi, e con una faccia malandrina principiò a sbergolare: - Bue! Che sie' tu un omo di stoppa? Nun te n'addai che qui sotto gatta ci cova, e che è la fortuna che ti viene 'ncontro e te la spregi? O domani tu mi porti il pescio, o ti nimicherò in sin che campi. Tu ha' 'nteso? Pinto e incoraggito dagli sberci della moglie, a bruzzolo il pescatore rideccolo al lago; butta le reti, tira su, e il pescio ce lo ritrova dientro; e senza badare alle su' parole e a' pianti, il pescatore corre diviato a casa e dà vivo quel pescio in nelle mani della moglie; lei lo prese e lo messe subbito in un catino d'acqua fresca. Lì que' dua stevano d'attorno al catino a riguardarlo il pescio e ci facevano de' ragionamenti, e la donna fantasticava cercando qual era il meglio modo di cocerlo. Il pescio allora tirato il capo un po' fora dell'acqua, disse: - Siccome i' veggo che nun c'è rimedio per me e mi toccherà a morire, almanco lassatemi far prima testamento. Il pescatore e la donna gliel'accordorno questa grazia, e il pescio parlò accosì: - Quand'i' sarò morto, sparato e cotto, che la mi' carne se le mangi la donna, la broda della lessatura datela a bere alla cavalla, buttate le mi' ossa alla cagna, e le tre teghe più grosse piantatele ritte in nel vostr'orto. Ma ubbidite e nun ve ne scordate. Doppo ammazzato e cotto il pescio, que' dua stiedano appuntino a quel che lui aveva detto; e accadette che la donna, la cagna e la cavalla ingravidorno e al su' tempo partorirno ognuna tre mostri della su' propia specie, e dalle teghe piantate nell'orto crebban su tre belle lance; e tutti questi mostri si rassomigliavan tanto tra di loro, che nun era possibile ricognoscergli insenza mettergli un segno addosso. Quand'i ragazzi furno giovanotti grandi, il babbo gli diede un cavallo, un cane e una lancia per uno, e del suo ci aggiunse uno stioppo da caccia: ma nun passò dimolto tempo che il primogenito si straccò di starsene a casa poero, e volse andar [