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Intorno a pochi giorni doppo viense a caccia per la selva il Re d'una città vicina, e in nel passare dal palazzo della Fata vedde la Bell'Ostessina alla finestra, e se ne innamorò a bono; n'era innamorato cotto, via. 'Gli è naturale, che lui seguitando a fare quelle spasseggiate e a buttar dell'occhiatine tenere alla Bell'Ostessina, anco la ragazza si sentissi de' balziculi dientro al core: in ugni mo', siccome il Re nun gli aveva a lei detto mai nulla, e neppure mandato dell'ambasciate, accosì restava in nel dubbio di quello che poteva accadere. Infrattanto la Strolaga era arritornata dall'Ostessa, e gli raccontò ne' soliti modi, che la su' figliola steva bene, sana e viva e che garbava dimolto a un Re; e l'Ostessa incaponita di vederla morta, cognoscendola ambiziosa e credenzona, mulinò d'arrivare a ammazzarla con un altro tradimento. Fece fare de' bellissimi vestiti alla reale e una corona d'oro piena zeppa di pietre preziose, e dappertutto ci ficcò del veleno, che soltanto a toccarlo bisognava cascar morti insenza rimedio; poi, chiamò diversi servitori, gli trasficurì con delle livree e gli diede ordine di andare al palazzo della Fata, e che cercassin della Bell'Ostessina e gli presentassino tutta quella robba da parte del Re su' 'nnamorato. Que' servitori feciano per l'appunto accosì; la Bell'Ostessina ci credette per davvero alle bugie, pigliò i panni e la corona, e salita nella su' cammera si mettiede ugni cosa addosso: ma, poera disgraziata, doppo pochi mumenti cascò di stianto giù per le terre e moritte insenza accorgersene nemmanco. Eccoti che riviene a casa la vecchia Fata, e trova quella brutta tragedia; sicché imbizzita scrama: - Tu l'ha' proprio volsuta, e se tu sie' morta, peggio per te. Ora poi nun ti rinvivisco più. Ma anco per tu' colpa questi be' loghi tu me gli ha' fatti vienire a noia. Dunque, tutto è finito. Piglia in sulle braccia la ragazza morta, fabbrica con la su' arte un ricco catafalco in nel mezzo del salone, lo assetta all'intorno con de' ceri accesi, sopra ci sdraia la Bell'Ostessina co' su' vestiti alla reale e la corona in sulla testa, e, doppo serrate le finestre del palazzo, comanda che dientro ci sia per tre anni di fila un servizio abbondante da fare a tre principi: finalmente, perché il palazzo nun lo ritrovino, trasficura con la su' bacchetta fatata il logo della selva, e tirato a sé l'uscio se ne portò via la chiave con [