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47] farti rinvivire. Ma poi, risguardando quel corpo tanto bello e ripensando a quanto la Bell'Ostessina 'gli era buona, con certi unguenti e scongiuri gli ridiede la vita alla Bell'Ostessina, che vispola e rinsanichita si levò in piedi di scatto. Allora gli disse la Vecchia: - Bada di nun cascare un'altra volta in quest'inganni, perché un'altra volta i' nun sarò tanto pietosa. I' voglio che te m'ubbidisca; ha' tu 'nteso? La giovane glielo 'mpromesse che da lì 'nnanzi lei sarebbe stata ubbidiente. Doppo de' giorni la Strolaga viense a ripassare dall'albergo dell'Ostessa, sicché l'Ostessa la chiamò per farsi di novo strolagare e gli porgette la mano. La Strolaga gliela esaminò con garbo e poi gli disse: - Quella vostra figliola, che sta in nel palazzo della Fata, e' nun si pole mica ammazzare. La Fata la protegge e oggi, sappiate, che lei è viva come prima. All'Ostessa gli si risvegliò l'aschero, ma nunistante nun si perdiede d'animo a quel racconto, e volse ritentare le su' prove. Lei cognosceva che la su' figliola era ghiotta delle stiacciate, sicché ne 'mpastò per una cesta e l'empiette di veleno, e poi le diede a quel medesimo servitore, che in ficura di pasticciere 'gli andessi a venderle sotto il palazzo della Fata a bociare: "Chi vole le stiacciate bone?" La Bell'Ostessina, che al risico passato nun ci pensava più già, a quegli urli del pasticciere finto scendé le scale e comperò tutte le stiacciate, e poi rimonta in cammera ne mangiò quante ce n'era: ma di lì a un po', giù di scoppio per le terre morta steccolita. Rideccoti la Fata, e picchia e ripicchia, e nissuno gli apriva. Lei sfonda l'uscio con un calcio e corre in cammera della Bell'Ostessina e te la vede in sul pavimento a braccia aperte e oramai insenza più fiato. Alla Vecchia gli girò il boccino, e quasimente voleva tienere la su' promessa alla ragazza disubbidiente di lassarla morta; ma poi, il bon core la consigliò meglio e come l'altra volta la rinvivì, e quando la Bell'Ostessina fu in piedi, la Vecchia seria seria gli disse: - Sentimi bene, allocca, e ti fo giuro che la mi' parola la tiengo. Se t'accade un malestro simile daccapo, per me nun ti tocco, e a rifiatare tu nun ci ritorni ma' più. La Bell'Ostessina nun gli potiede negare la ragione, cercò d'abbonirla con du' moine, e poi gli promettiede che in quegli sbagli nun ci sarebbe più ricasca. [48]