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sappi ch'i' sono la Regina del Portogallo. E in un tratto disparì lei e il palazzo, e Fiordinando s'arritrovò solo dibandonato dientro al folto della macchia e gli ci volse del bello per iscoprir la strada per ritornarsene a casa sua. Bensì nun istiede a perder del tempo. Invogliato com'era di ricercare la bella Regina, ammannì una valigia, s'empiette la borsa di quattrini e trascelto un ministro fidato per su' compagno, con le poste fece partenza in verso Parigi, e 'nsenza fermarsi, mezzo morto per lo strapazzo, nun ismontò che a un albergo di quella città famosa. Quando Fiordinando si fu un po' riposato dal viaggio, con gran premuria si diede a rinfrustare se la Regina del Portogallo fusse davvero arriva pure lei a Parigi, e prima di tutto volse sentire se l'oste sapeva nulla. Dice: - Nun c'è egli punte novità in queste parti? Arrisponde l'oste: - Novità nun ce n'è. Che novità ci hanno da essere? Dice Fiordinando: - Le novità son di tante sorta. Guerre, feste, personaggi di nome che passano. - Ah! - scrama l'oste: - allora una novità c'è. La Regina di Portogallo è vienuta a Parigi da cinque giorni e fra tre riparte per Pietroburgo. 'Gli è una bella signora dimolto 'struita; e si diverte a visitare le cose rare, e ugni doppo pranzo passeggia con dodici damigelle fora della porta qui vicina. Domanda Fiordinando: - Che si pole vedere? Fa l'oste: - Ahó! Una volta che lei passeggia 'n pubblico, 'gli è ognuno padrone di vederla. - Bene, bene, - disse Fiordinando. - Infrattanto ammanniteci da desinare perché s'ha fame. Domanda l'oste: - E il vino come lo bramano, bianco o nero? Dice Fiordinando: - Dateci del meglio. Si piglierà nero; 'gli è più gagliardo. Dunque l'oste apparecchiò la tavola, ma nel vino nero ci mettiede una bona manciata d'oppio, sicché quando Fiordinando e il su' ministro andarno for di porta a aspettare 'l passo della Regina del Portogallo, gli viense a tutt'addua un sonno tanto forte, che s'addormirno in sull'erba propio come sassi. Di lì a un po' deccoti la Regina, e vede Fiordinando e lo ricognosce; ma nun gli rinuscì scionnarlo, abbeneché lo chiamassi per il su' nome e lo scotessi per in tutti lati: finalmente stracca, si sfilziò dal dito un diamante, glielo posò 'n sulla faccia e se n'andette. Ora bisogna [