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493] gli diede una bona culizione, sigari a volontà, poi lo fece scendere nella stalla e montare sul su' cavallo, e da ultimo gli accennò che era libbero d'andarsene. Fiordinando, 'nsenza indugio s'accanì dappertutto per iscoprire la strada di casa sua e se trovava il su' compagno sperso nel bosco 'l giorno innanzi; ma nun gli rinuscì, sicché a buio pensò più meglio arritornarsene al palazzo di quella Regina, addove, per farla corta, gli successan per l'apppunto le stesse cose della prima volta; bensì, la terza mattina sortito fora, in mezzo alla macchia s'imbatté nel cacciatore e assieme galopporno alla città. Però Fiordinando nun gli disse nulla delle su' fortune, ma scavizzolò de' racconti finti per ispiegare come nun s'eran possuti riscontrarsi in tutto quel tempo. Rimesso che fu 'n casa sua Fiordinando nun s'addimostrava più quel di prima; i libri gli devan quasimente noia e steva ugni sempre imbroncito, uggioso e appassionato. Su' madre se n'addiede subbito, e badava a tirargli su' le calze per cognoscere la ragione d'un simile mutamento: di' oggi, prega domani, finalmente Fiordinando gli appalesò le su' avventure nel bosco, e gli disse pane pane che s'era 'nnamorato cotto di quella bella Regina, ma che nun sapeva come fare per averla nel su' possesso, massime che nun potette mai in du' notti cavargli una parola di bocca e che tutti parevano mutoli nel palazzo. Dice la madre: - Tornaci a cena, e quando la Regina ti siede accanto, te fa' modo di buttargli la posata 'n sul solaio, e appena lei s'acchina per raccattarla e te levagli 'l velo di capo. Vederai che qualcosa lei lo dirà. Fiordinando nun intese a sordo, e sellato il cavallo corse a gran carriera al palazzo del bosco, addove fo ricevuto come al solito. A cena lui si diportò secondo 'l consiglio della su' mamma, e con un gombito fece ruzzolare per le terre la posata della Regina, che s'acchinò giù per ricorla, e in quel mentre Fiordinando gli prendette 'l velo d'in su la testa. A quell'atto la Regina s'alza tutta 'nfiammita e scrama: - Oh! malaccorto, te m'ha' tradito! S'i' potevo dormire un'altra notte con teco 'nsenza parlare e 'nsenza scoprirmi, il mi' destino era che te fussi 'l mi' sposo. Ma ora 'gli è guasto l'incanto. Ora dovrò andarmene a Parigi per otto giorni e di lì a Pietroburgo per esser giocata alla giostra, e chi sa mai a chi tocco. Addio! E [494]