Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/51

quel che il Re 'gli aveva. Infrattanto Giovanna steva con una gran paura addosso; e quando poi gli dissano del Re ammalato, lei fece il proponimento di rimediare al malfatto e pensò di visitarlo travestita da dottore. Di sicuro, a lei gli rincresceva che il Re fussi ridotto a quel modo per cagion sua; nun ci fu versi che la Principessa la potessi fracchienere, ché lei volse far di su' testa. Giovanna, dunque, con un vestuario da dottore viense al palazzo reale e disse che l'annunziassino per un medico bravo e capace di guarire in un mumento Sua Maestà: - Io però la fo a quattrocchi co' mi' ammalati la cura; e se loro gli urlano nun permetto che nissuno sia ardito di correre e nentrare in nella cammera. Ma di guarirlo il Re ne sono più che sicuro. Siccome tutti quel del Re lo credevano un caso perso, nun cancugnorno a impromettergli al finto dottor di ubbidire a' su' comandamenti; e Giovanna, vienuta al letto del Re ammalato, tirò fori un bon nerbo e con quello gliene diede tante, insintantoché lei nun lo vedde svienuto: allora lo rinvoltolò in nelle lenzola e poi se ne fuggì diviato. Il fatto è che Sua Maestà pochi giorni doppo sortì dal letto bell'e guarito. Ma Giovanna e le su' compagne tutt'assieme gli avevan fatto fagotto e se n'erano a gambe ritornate dal padre della Principessa, perché loro temevano dimolto la vendetta di quel Re sbeffato in tante maniere, e di più, nerbato a bono. Lui però s'incaponì di possedere Giovanna, perché lui s'era addato che fussi stata la su' guaritora; e però, messo assieme un bel corteo d'accompagnamento, se ne viense nel Regno addove steva di casa la ragazza, e per nun andar tanto per le lunghe, lui la richiese a dirittura per su' moglie legittima. Il padre della Principessa cancugnò a dargli il consenso, in nel sospetto di un tradimento per far del male a Giovanna: ma siccome Giovanna 'gli era ardita e dimolto vogliolosa di diventar Regina, cavò la paura dal capo del su' padrone, sicché questo fu obbligato a contentarla, gli regalò una bella dote, la sposò da sé e poi gli disse addio, e Giovanna se n'andiede col marito: la Principessa però, nun la lassò partire insenza lagrime, e anco Giovanna la piagneva. Abbeneché il Re a Giovanna gli volessi dimolto bene, 'gli [