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de' lampanari d'oro massiccio grandi come de' corbelli; le posate, i piatti e i bicchieri erano d'oro e d'argento; le tende, la tovaglia e i tovaglioli tutta seta intrapuntita di perle e diamanti; insomma, ugni cosa una meraviglia da cavar gli occhi a guardarla fissa. Ma siccome Fiordinando 'gli aveva dimolto appetito, non stiede a cancugnarla e s'acculò dientro una poltrona comida per mangiare, quando sentette di repente uno scartoccìo di vestiti giù per una scala, e rivolta la faccia, vedde nentrare una Regina co' un séguito di dodici damigelle. Questa Regina era giovine e bellissima da nun si dire, e portava 'n capo un velo che gli niscondeva mezzo 'l viso, e nun parlò; e anco le damigelle restorno mutole; bensì presano la padrona di peso e la messano in una poltrona accanto a Fiordinando, e poi tanto lui che la Regina principiorno il desinare: ma sempre zitti, nun oprì nimo la bocca 'n tutto il tempo del pasto, e finito che ebbano, le damigelle riaccompagnorno la Regina alle su' stanze. Fiordinando non sapeva propio quel che si pensare d'un simile miracolo, e abbeneché fusse curioso di cognoscere il misterio di quel palazzo, gli fu 'impossibile cavarci un numero per via del silenzio che regnava là dientro; e essendo riapparso 'l mostro con du' torce accese e che gli ammiccò di seguitarlo, Fiordinando andiede con seco in una cambera principesca destinata per il su' riposo. Il mostro conficcò una delle torce su un candelabro e poi lassò Fiordinando che facess'il piacer suo. Fiordinando dunque si cavò e' panni d'addosso e salse a letto; ma a male brighe tra le lenzola, deccoti si spalanca una porticina segreta e nentra la Regina con le su' dodici damigelle. Fiordinando a una simile apparita, co' un gombito puntato al capezzale, steva a vedere quel che aveva a succedere, e le damigelle in quel mentre spogliorno 'gnuda la Regina, salvo 'l velo del capo, la posano a diacere assieme a Ferdinando e se ne vanno diviato. La Regina però nun disse nolla e subbito si addormì com'un chioppo, sicché Fiordinando doppo averla guardata e tastata pian piano, anco lui rimanette mutolo e buttatosi giù 'gli stiacciò un bel sonno, che nemmanco le cannonate l'arebban possuto svegliare. A bruzzolo viensano le damigelle a rivestire la Regina e menarla con seco, e di lì a un mumento, che Fiordinando s'era di già levo, comparse 'l mostro a pigliarlo, [