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asso. Che [491] me lo permette? - Fa' pure il piacere tuo, - arrispose 'l Re, - ma con giudizio, perché la caccia pol esser anco pericolosa. Ti darò per compagno il mi' cacciatore, che lui è bravo e cognosce il mestieri a perfezione. Difatto una bella mattina a levata di sole Fiordinando e 'l cacciatore montano a cavallo armati di tutto punto e sortono dalla città per vienire a una macchia folta lontana dall'abitato, e si messano 'nsenz'indugio a opra, sicché a mezzogiorno gli avean disteso per le terre tanti animali, da nun potere nemmanco più reggergli addosso. Chiaman dunque un taglialegna di que' loghi, gli diedano il carico, co' ordine espresso di portarlo al palazzo e con l'imbasciata, che loro forse nun tornavano, perché volevano seguitare 'l divertimento. Poi rifocillati alla lesta, Fiordinando e il cacciatore batterno daccapo 'l bosco per in tutti e' versi, e tanto gli erano accaniti a correr rieto alla salvaggina, che a buio si sperderno per l'affatto, uno di qua e uno di là, e abbeneché si cercassen e gli urlassano per chiamarsi, fu propio inutile e nun gli rinuscì arritrovarsi. A notte scura, Fiordinando stracco e rifinito lui e 'l cavallo, scendette giù di sella per riposarsi e s'addoppò sieduto a piè d'un albero soprappensieri per la pena di quello smarrimento, quando a un mezzo miglio lontano gli parse di vedere tra le piante il luccichìo d'un lume; sicché preso 'l cavallo per la briglia s'avviò rincontro allo splendore, e arrivo a un piazzale, gli s'affaccia davanti un bel palazzo signorile, addove in sul portone spalancato ci steva un brutto mostro orrendo co' una torcia accesa 'n mano. Fra la sorpresa e 'l sospetto viense Fiordinando lemme lemme a petto al mostro e gli addomandò se ci fusse modo di essere albergato lì; ma 'l mostro nun oprì la su' bocca, bensì co' un accenno disse a Fiordinando d'andargli rieto, e dapprima lo menò nella stalla per accomidarvi la bestia, poi lo fece salire in un salotto col su' camminetto acceso, de' rinfreschi e un mazzo di sigari, e insenza profferire una parola ce lo lassò con tutta libertà. Passa che fu un'oretta bona, che già Fiordinando aveva bevuto un po' di vino e fummato un par di sigari, rideccoti 'l mostro, che gli ammicca con la mana d'arrizzarsi, e Fiordinando va franco in su su' passi per insino a un salone, che propio pareva un incanto. Dal palco penzolavano in sulla mensa [492] apparecchiata