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487] 'struito, tutti gli volevano un gran bene; soltanto gli dispiaceva di vederlo ugni sempre pensieroso e afflitto. Poero giovanotto! Lui steva sempre in temenza del giorno che gli finivano i su' 18 anni. E difatto alla vigilia di quel giorno tremendo, in quel mentre che tutti erano a cena, a uno scappò detto, che gli erano a' dì tanti del mese; sicché il figliolo dell'Imperatore si lassò cascare per le terre urlando com'un disperato, e ci volse del bono e del bello a abbonirlo, e per sapere che male lui avessi. In ultimo scramò: - Domattina i' ho 18 anni e il diavolo deve vienire a portarmi via. Salvatemi, salvatemi dalle su' granfie! Fa il Padre Cesere: - Animo, giovanotto! Se 'gli è un destino il tuo, nun si pole scansare. A ugni mo', sarà quel che piace a Dio, e nun occorre strapazzarsi accosì. Ti menerò con meco a dormire stanotte, perché te nun stia solo, e po' domani si cercherà qualche rimedio. Poi anco essere che nun sia vero nulla che 'l diavolo t'abbia a portar via per l'appunto doman mattina. Sicché dunque il Padre Cesere se n'andiede in cambera con quel giovanotto un po' racchetato; ma nun gli rinuscì tavìa che lui pigliassi sonno, e lo sentiede sospirare e piagnere e svoltolarsi per il letto tutta quanta la notte. A giorno si levorno per far culizione e doppo si messano a siedere sur una spianata dientro al giardino, con intorno il branco de' cinquecento assassini che nun eran volsuti, com'al solito, spargersi per le campagne, ma 'ntendevano di far la guardia al figliolo dell'Imperatore per difenderlo da qualunque assalto e per tienerlo divagato e allegro in nelle su' ubbìe. A una cert'ora, che stevano a chiacchiera del più e del meno, deccoti alla lontana comparisce 'l diavolo. Il figliolo dell'Imperatore principiò a urlare com'un'anima dannata e gli assassini s'impostorno con gli stioppi e feciano una scarica in verso 'l diavolo. Ma sì! e' fu come tirare al vento. Allora gli corsano addosso tutti assieme con il cultello 'n tra le mane: il diavolo però 'gli alzò un braccio e gli assassini anderno per aria che parevano loppa di grano. Chi ce ne pole con Berlicche? Visto questo lavoro il Padre Ceserò volse pigliarlo con le bone il diavolo, e gli disse di fare con lui un patto, purché lassassi libbero il figliolo dell'Imperatore: e il patto fu, di dargli 'n scambio la su' anima e quelle de' su' cinquecento compagni, ugni cosa fermato con giuro e [488] con scritta.