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NOVELLA LVII
I fichi brogiotti (Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
C'erano tre fratelli insenza babbo e insenza mamma, e poeri poeri; nun avean nemmanco una capannuccia per dormire. Dissan tra di loro: - Che si fa? È più meglio che si vadia a girare 'l mondo 'n busca di fortuna. O si tocca qualcosa o si more; e allora, spenti e' moccoli e finita la festa. Si messan d'accordo e co' cenci che a male brighe gli ricoprivano, principiorno a caso 'l su' viaggio e campellavano con le limosine, ma sempre affamati e struci. Una sera che nun avevan trovo un balco addove albergare, a buio si fermorno sotto a una quercia vicino alla via, e lì stracchi ci si buttano a diacere e subbito s'appioppano come ghiri, abbeneché lo stombaco gli facessi a loro arcuccio per il troppo appetito. A una cert'ora, che nun era però levo 'l sole, i tre fratelli furno svegli assieme come da una scossa: - Che 'gli è successo, che 'gli è successo? - scramano. Dice 'l maggiore: - I' sognavo che avevo una borsa, e ugni volta che ci mettevo la mano dientro i' tiravo fora le munete a manciata. Arcipreti! Veggo ch'i' ho almanaccato l'inganno. - E io pure, - dice 'l mezzano, - sognavo che avevo una bottiglia, e qualunque sorta di vino e di liquore i' chiedessi, la bottiglia me lo verciava a divizia. Peccato che la sia una bugia! Dice 'l più piccolo: - E i' sognavo d'essere al possesso d'un ferraiolo, che a metterselo addosso nimo mi vedeva, sicché in ugni bottega entravo a pigliare insenza ristio né spesa, pane, vino, robba a mi' piacimento da mantienere tutti noi tre. Ah! ma i sogni èn' sogni, e se fussan veri finirebban le miserie. È più meglio ridormire 'nsino a giorno e poi s'anderà per il nostro viaggio da affamati. I tre fratelli si riaddormentorno. A bruzzolo scionnati, in [472]