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461] farla star cheta la figliola e a dire che nun era 'n sé: ma quella peggio che mai seguitava a bociare, e a voler sapere in che mo' il Re fusse al possesso della robba sua. Il Re 'n scambio d'adirarsi e' se la rideva a bono, e finalmente disse insenza scomporsi: - Robba vostra questa che qui, bella ragazza? Come pol essere, s'i' l'ebbi propio io per regalo? 'Gli è dicerto uno sbaglio. - Che, che! i' nun isbaglio, - arrispose infochita la Sfacciata. - La robba è mia e la ricognosco. Massime poi la fascia, che l'addoperai per la figliola della balia quando lei dormì con meco. Doppo un battibeco tra 'l Re e la Sfacciata, addove i su' genitori ci stevano ismemoriati come la serpe all'incanto, disse il Re: - Via, si schiarirà ugni cosa più tardi. Ora la musica sona, sicché andate a ballare e tra un po' i' viengo anch'io. Lassatemi solo, che mi levi. E difatto il Re, chiamato il su' fido camberieri, si vestiede ammodo e comparse nella sala; ma nun ballò altro che assieme alla Sfacciata, sicché tutte le donne astiose e i signori scandalizzati bisbigliavano e mormoravano dientro a' capannelli: - Che vergogna! Il Re preferire la figliola d'un mercante alla su' nobiltà! In che tempi no' siemo! In sul fino della festa il Re sortì e rinentrò a letto, e diede ordine assoluto alle guardie del palazzo, che ognuno potessi andarsene libbero e franco, salvo il mercante e le su' donne; sicché quando gli arrivorno alla porta, la sentinella gli disse: - Fermi! Per comando del Re lor signori hanno da rimanere. Anzi, vadiano subbito da Su' Maestà che vole parlargli. Il mercante e la su' moglie a simile nova restorno di sasso e 'mpauriti, e il mercante principiò a far de' rimproveri alla Sfacciata: - Decco i frutti delle tu' parole 'mprudenti. Ora chi sa che gastigo ci tocca per via di te? Disgraziati noi! 'Gli era più meglio che te nun fussi ma' nata. Lei però punto sgomenta, scramò: - Sbrighiamoci e si salisca dal Re. Si vederà che prutenzione è la sua, dacché i' son io che arei da rammaricarmi de' fatti sua. Su su, lesti. Vanno dunque dal Re, la Sfacciata quasimente a furia, e i su' genitori tentennoni gli tienevan rieto a fatica; il Re diaceva sempre con quelle robbe attaccate al parato del letto. Dice lui: - Voi, bella ragazza, vi mantienete nel medesimo parere, e vo' ricognoscete per [462] vostra