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palazzo smenso da principi, e un giorno il Re chiamò il camberieri dell'albergo e gli disse: - Di chi è quel palazzo? Chi ci abita dientro? Arrispose il camberieri: - Gli è il palazzo d'un mercantone ricco sfondolato di questa città, e ci sta lui con la moglie e tre figliole da marito. Domanda il Re: - Che son belle le ragazze? E il camberieri: - Nun son punto spiacenti, a quel che ho sentuto da diversi, perché loro sortan poco fora e di rado le si lassan vedere 'n pubblico. - Come, come? - scramò il Re incuriosito. Dice il camberieri: - E' raccontano che la maggiore sia tanto paurosa da scappare per insino alla vista de' su' genitori; la mezzana 'n scambio 'gli è vergognosa e nun patisce la presenzia di nissuno; ma la più piccina pare sfacciata for di maniera, e su' pa' e su' ma' son ubbligati a custodirla per nun iscomparire con la gente. Fa il Re soprappensieri: - Oh! perbacco, i' ho una gran volontà di cognoscerle e parlargli a queste ragazze strane. Com'è egli possibile? I' do una bona mancia a chi gli rinusce menarmi da loro. Dice il camberieri: - I' nun saperei davvero in che mo' contentarla, signore. Ma, aspetti. Ora m'arricordo che la maggiore viense rallevata 'n campagna a du' o tre migliarelle fora della città. Si provi se la balia è capace di farla rientrare in nel palazzo del mercante. Il Re nun volse trandugi e sortì dalle porte della città vestito quasimente alla contadina, e doppo camminato du' o tre miglia, a mezzo d'una collina trovò una casuccia poera e dientro c'era una vecchia sola che lavorava. Il Re gli si presenta alla vecchia e la saluta, e poi gli domanda: - Che fate voi, nonnina, qui solingola e dibandonata? Nun avete nissuno 'n famiglia? Dice la vecchia: - Eh! gnorsì. I' ho marito e un figliolo che sono pe' campi: una figliola, bon'anima sua! e' mi mori quand'i' allattavo, e allora i' rilevai la bambina d'un ricco mercante della città. Dice il Re: - Che si poterebbe vedere la figliola di questo mercante? - Uh! ma che gli pare? - sbergolò la vecchia. - Lei è tanto paurosa, che nun si presenta mai a nissuno e scappa per insino da su' genitori. Si ficuri! E poi la signora rimbrontola me ugni sempre e mi strapazza s'i' m'arristio al palazzo, perché sospetta ch'i' gliel'abbia avvezza io paurosa la ragazza. I' nun are' core d'andarci, e più [