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449] scudi. Questo signore, si capisce da sé, 'gli era il capo-ladro, che bramava di riffa scoprire chi gli aveva rubo dientro al sotterraneo e portato via il morto, e almanaccava di farne le su' vendette. Dunque il calzolaio nun istiede a cancugnarla tanto, perché lui cognosceva bene la casa di Menico, e di notte gli confisse un bel chiodo nell'imposte: ma per sorte Menico tieneva al su' servizio una ragazza furba, che, quando la mattina vedde quel chiodo, sospettò diviato che fusse qualche segnale di malestrosi e 'nsenza dir nulla, preso un panierino di chiodi lesta lesta e alla rifruga ne mettiede uno per ugni porta di tutto il viciname, sicché il capo-ladro nun poté ricognoscere la casa segnata dal calzolaio, e andato a bottega da lui, gli disse: - Bravo Crespino! m'ate servito benino! Tutte le porte delle case hanno un chiodo confitto sopr'esse. I venti scudi nun ve gli do. Scrama il calzolaio: - Poffareddina! Come pol esser ita? Io de' chiodi e' n'ho messi uno solo. Ma nun si sgomenti, signore: io stasera ci fo su quella casa una croce con un po' di tinta rossa, e prepari pure i su' venti scudi. Ma anco questo ripiego nun gli rinuscì al calzolaio, perché la ragazza attenta, quando s'accorgette della croce, in un battibaleno con un pentolino di tinta ne fece delle compagne in su' tutte le case di quelle parti; e il signore arrabbiato nun volse più regalare i venti scudi imprumessi al calzolaio. - Dev'esser la serva, - disse il calzolaio, - che m'attraversa nel mi' operato. Lei ci stia attento, caro signore, e vederà che 'gli è la serva; e abbadi, insin tanto che quella serva sta 'n quella casa, e' nun c'è modo ch'i' gliela contrassegni. Dice quel signore: - Almanco potessi assapere di chi è serva questa ragazza furba! 'Gnamo, dite su, mastro Crispino. I' sono un vero segreto e vi do i venti scudi, se vo' parlate chiaro. Insomma il calzolaio per la 'ngordigia de' venti scudi e' gli appalesò che la serva era del su' amico Menico, prima poero boscaiolo e ora ricco sfondolato; e il capo-ladro contento della notizia diede i venti scudi a mastro Crespino e se n'andette da bottega. Bisogna sapere che la ragazza serva di Menico 'gli aveva un'altra virtù; lei cantava di poesia all'improvviso e ugni tanto si 'sponeva al pubblico per farsi sentire e buscare de' regali. Per [450]