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e gli disse: - Libberatelo quell'omo. I danni che lui ha fatto gli pago tutti io. Dice il capo de' giudici: - Nun si pole: gli pare! Se nun c'erano che de' rubbamenti, manco male, co' quattrini si rimediava: ma lui ha morto tanta gente, e quella nun rinvivisce per le munete. Oramai 'gli è condannato con giustizia e a libberarlo nascerebbe qualche scandolo. Dice Peppe: - Ma i' lo vo' libbero, perché qui comando io, - e tirò fora la potenzia della corona e si fece ricognoscere per figliolo del Re; sicché nun gli apposano più nulla e gli dettano il fratello nelle su' mane. Lì però nun lo sapevano che fusse fratello del Principe, e lui nun volse palesarlo per rispiarmargli la vergogna. Peppe lo menò con seco alla locanda il fratello, lo rivestì di novo e il giorno doppo tutti assieme partirno dientro la medesima carrozza per seguitare il su' viaggio; ma si vedeva bene che il fratello maggiore sentiva dell'aschero contro di Peppe per la sorte che lui aveva riscontrato, e steva rincantucciato e zitto ficurando di dormire. Quand'ebbano viaggiato per altri otto giorni si fermorno a un paese, e appunto passava una pricissione d'incappati e di soldati, e su d'una carretta tramezzo a' preti portavano un omo a impiccare. Domanda Peppe: - Oh! che ha egli fatto codesto sciaurato? Dice uno: - 'Gli è il più gran birbone del mondo. Da signore, finito i quattrini co' vizi, diviense ladro e assassino: ma finalmente lo chiapporno e ora paga la pena de' suoi delitti. In quel mentre la carretta rasentò Peppe e lui ricognobbe in quel condannato il su' fratello mezzano; sicché scrama: - Fermate! I' vo' la grazia di quest'omo: i danni che lui ha fatto gli pago io tutti. Dibatterno un pezzo in sul si pole e il nun si pole; ma da ultimo Peppe disse, che lui era figliolo del Re e che la voleva a modo suo, e a' giudici gli metté sotto agli occhi la potenzia della corona per persuadergli, e loro dovettano piegare 'l collo e nun far più accezione. Guà! chi comanda, comanda, e a opporsi la rinusce sempre a male. Dunque Peppe rivestì e rimpulizzì anco il mezzano, e po' tatti 'n carrozza s'avviorno per ritornare da su' padre, e per istrada Peppe volse sapere perché i su' fratelli s'erano ridutti a quella disperazione. - Eh! la miseria e la sorte contraria, - loro dissano: - ma 'n scambio a te la rota e' t'è girata ammodo.
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