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429] bella pastora. E la Caterina: - Allo sposo della Caterina gli mossan guerra 'n que' giorni e gli toccò a comandare a su' soldati fora del paese. Dunque lui, prima di partire, diede le su' 'struzioni alla sposa per fargli assapere le su' nove; che lei le lettere nun le ricevessi da nimo se no' avanti la levata del sole e doppo sotto il sole. Ma una volta ci capitò alla villa quel Maestro birbone e voleva per forza che la Caterina gli aprissi con la scusa di dargli una lettera finta in sul meriggio; e siccome la Caterina gli arrispose di no e gli sbacchiò la 'nvetriata 'n sul grugno, lui per vendetta ripì a buio da un finestrino su 'n cambera di quella sciaurata e a coltellate gli ammazzò il bambino dientro il letto, e poi scappò per la listessa via. La poera Caterina sperse il cervello dal gran dolore e se ne fuggitte di casa mezzo ammattita, e ora... Ma il Maestro nun lo sentiede il resto, perché co' un urlaccio s'arrovesciò per l'indietro e andò 'n terra svienuto tutto d'un colpo, in nel mentre che quegli altri dua badavano a dire: - Te sie' la Caterina. Sie' la mi' figliola, la mi' sposa. - Sì, sì, son io, - arrispose la Caterina, e s'abbracciorno con grande allegrezza. Doppo presano il Maestro, lo feciano legare da' servitori e lo menorno alla città, addove co' una camicia di pece addosso fu subbito bruciato 'n mezzo della piazza per gastigo de' su' delitti. Gli sposi poi si rappattumorno co' genitori e stiedano sempre assieme, e dicerto e' ci saranno tavìa.