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però nentrati comandorno all'oste che gli ammannissi quel che lui tieneva di meglio in nella su' cucina. L'oste premurioso di farsi onore, che di quelle sorti gliene cadeva di rado, si mettiede a opera e apparecchiò una bella mensa con delle pietanze saporite e un vino delicato da cavar la sete pure alle pietre; sicché i cacciatori mangiorno e bevvano insenza discorsi e doppo principiorno a fummare il sigaro; ma tutti zitti. E' parevan tanti frati. Finalmente dice il babbo della Caterina: - O more qualchuno impiccato, oppuramente e' nasce un ebreo. Ma che ha lei, Maestà, che nun fa sentire la su' voce e rimane a codesto mo' soprappensieri? Nun c'è nulla che lo svaghi? Arrisponde il giovanotto quasimente per burla: - Per isvagarmi propio, i' are' bisogno d'una che mi raccontassi una novella da bambini. A simile proposta tutti risano a crepabudella, tanto gli parse buffa; ma l'oste disse: - Se lei nun ha altra brama, qui con meco 'gli abita una pastora che delle novelle e' ne saperà cento e le racconta per bene. Si ficuri! per la mi' moglie malata nun c'è altro divertimento. Se lei comanda che la chiami la pastora, i' gli do una voce, perché la scenda. - Sì, si, - 'gli urlorno tutti, - chiamatela. Ci garba di sentire come lei è brava. L'oste dunque andiede a piè della scala a chiamarla la Caterina, che subbito viense giù, e a male brighe che lei vedde que' signori e' gli ricognoscé diviato, ma però fece fiuta che gli fussano 'gnoti per l'affatto; loro 'n scambio non la ricognobbano, vestita a quel mo' da pastora come lei era; e l'oste in quel mentre disse: - Questi signori bramano ascoltare una delle vostre novelle. Animo via! siedete e contentategli. - Ma io nun me n'arricordo, - arrispose la Caterina. - E poi mi perito, mi vergogno dinanzi alla gente di città. Dice il Maestro: - Nun vi sgomentate, bella giovane. Nun siemo gente da dare soggezione, e se ci raccontate una novella e' vi saremo obbligati, e anco più questo giovanotto che qui, che nun si svaga mai con nulla. - Guà! alla meglio, - disse la Caterina, - e com'i' so. Gli prego a compatirmi. I' racconterò la novella di Caterina disgraziata. Gli garba? A quest'annunzio, nel mentre che i soprani si messano in fazione per istare attenti, al Maestro gli fece un sobbalzo 'l core; ma la Caterina, 'nsenz'abbadarci, diede principio accosì: [428] -