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io e lei. Insomma, la Marchese prendette il diamante doppo che il Carbonaio gli ebbe baciato un ginocchio 'gnudo. Deccoci al terzo giorno, che il Carbonaio daccapo viense a bociare in nella medesima strada col su' sacco in sulle spalle e co' un diamante 'n dito del valsente di ventimila scudi; luccicava, luccicava quella pietra preziosa da cavar gli occhi soltanto a guardarla. All'urlìo s'affaccia la camberiera e visto l'anello corre a tutte gambe dalla padrona: - Signora, signora, che cosa stupenda! Il Carbonaio ha oggi un anello, che nel mondo de' simili nun se ne pole trovare. Dice la Marchese per l'ambizione di possederlo: - Chiamalo su, e domandagli se me lo vende. I' gli do 'n baratto quest'altri du' diamanti e il di più in muneta. Ma il Carbonaio 'gli arrispose: - Che! i' nun vendo la mi' robba; la regalo a chi mi fa una grazia. Dice a Marchese: - Che grazia v'abbisogna, galantomo? E il Carbonaio: - Se lei brama il mi' diamante, mi lassi dormire con seco una notte. Scrama la Marchese: - Ma che siete ammattito? Queste nun ènno grazie nemmanco da pensarle. E il Carbonaio: - E allora l'anello i' lo tiengo per me. Stia bene e alla rivista. E s'avvia giù per le scale. Dice la camberiera: - Padrona, che vole propio perderla una fortuna accosì? E' nun capita mica tutt'i giorni. - Ma che ti pare ch'i' voglia dormire con un omo, - disse la Marchese, - quando appunto domani i' vo' sposa? Dice la camberiera: - Che 'mport'egli? Basta che nimo lo sappia e nun se n'accorga. 'Gli è un fatto che rimane tra me e lei. E la Marchese, che a nun avere il diamante ci pativa: - Ma la sera e' viene ugni sempre il Re e nun se ne va che dimolto tardi. Anco per questo, quel che protende il Carbonaio nun si pole assoluto. Dice la camberiera: - E lei ficuri che gli dole 'l capo e lo licenzi il su' sposo prima del solito, e si fa 'n modo che il Carbonaio s'accontenti di du' ore sole per dormire con seco. Ma si sbrighi a accordargliela questa grazia al Carbonaio: lui è già 'n fondo alle scale, e una volta sparito, chi lo ritrova? - Te sie' una gran tentatora, - scrama la Marchese, - e abbeneché m'accorga ch'i' opero male, per possedere il diamante i' non ho la forza di scontradirti. Sentuto questo ragionamento, la camberiera fu lesta a [