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siccome e' m'hanno raccontato, e che lei tienga allegro tutto il su' vicinato. Arrisponde il contadino: - Maestà, pur troppo gli han ditto il vero. La mi' figliola e' nascette accosì con quel naturale, e la 'un s'è mai volsuta correggere. Anzi... Il Re però lo 'nterrompette: - Tutte queste chiacchiere a me nun fanno nulla, galantomo. Ritornate a casa, e menatemi, oppuramente mandatemi subbito a corte la vostra figliola, ch'i' la voglio per compagnia della Principessa. E se a lei gli rinusce farla ridere, Giovanna, parola di Re, nun sarà più povera. Corrite dunque, e fate l'ubbidienza. Al contadino gli parse di esser ritorno da morie a vita in nel sentire la voglia del Re: la strada per rivienire a casa gli apparì più corta; e siccome lui vedde in sull'uscio Giovanna che l'aspettava bramosa, principiò a bociare da lontano: - Allegri, allegri! Il Re ti vole a tiener compagnia alla su' figliola, ché a nissuno gli è rinusco di farla ridere mai. Lesta, che lui vole te, perché 'gli ha saputo che te ridi ugni sempre, e tieni sderto il vicinato a sono di chiacchiere e di buffonate. Su, vestiti, che non c'è tempo da perdere, nemmanco un mumento. E se, mattacchiona come tu siei, e' vieni a capo di far ridere la Principessa, e' tu diverrà' ricca sfondolata. Me l'ha 'mprumesso il Re, sai. - Vo subito, - disse Giovanna; e a quel modo scalza com'era, e colla rocca infilzata nel pensieri e il fuso intra la mane, e con tutti i su' capelli ciondoloni per le spalle, e' s'avviò. - Ferma! - sbergola il contadino; - ma che ti par egli, andare a corte in codest'arnese? Oh! che nun ti vergogni? Ravviati almanco un po' il capo o mettiti la sottana con un po' più di garbo. Anco le scarpe le ci vogliono; e posa codesta roccaccia. Dice Giovanna: - No davvero! Delle scarpe nun n'ho ma' porte e nun vo' 'mpicci a' piedi, per istroppiarmi. I' vo' andare accosì. S'i' nun vo a genio, per me, i' me ne torno a casa. Che son io che gli ho ricerchi per mettermi in nella corte? E senza aspettar risposte, Giovanna se n'andiede diviato alla corte del Re. Quando Giovanna la fu al portone del palazzo reale riscontrò le sentinelle e i servitori; insenza tante cerimonie lei n'agguanto uno per un braccio, le scotette e po' gli disse: - Alla sderta! Cercate del Re e fategli assapere che son qua io. [