Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/422

405] e il Vecchio ricordava l'azioni di Giuseppe prima della su' partenza per Costantinopoli; sicché Giuseppe ugni po' po' si sentiva intenerire e gli vienivano le lagrime agli occhi. Finito il desinare, in sul momento di separarsi il Vecchio volse che 'n tutti e' modi 'l signore forastiero gli promettessi d'onorarlo alla su' abitazione, e gli disse: - Badi, i' nun sono tanto ricco da fargli un trattamento degno della su' persona; ma lei gradirà la mi' bona 'ntenzione, e almanco poterà visitare a su' piacere la casa del su' fido cognoscente e amico. Giuseppe 'gli accettò subbito lo 'nvito, e quando fu dal Vecchio s'accorgette che nun avevano mutato quasi nulla. Dice: - Gradirei vedere la cambera del su' figliolo e sincerarmi se i cento fiorini d'oro ci sono davvero sotto la mattonella. Anderno diviato 'n cambera, che steva tale e quale, co' medesimi panni, il medesimo letto e tutto, siccome il giorno che Giuseppe la dibandonò per il su' viaggio; e lui, toccata con un piedi la mattonella smossa la fece schizzare via, e ci ritrovò i cento fiorini d'oro che avea detto. Doppo disse: - Infrattanto che ammanniscano il desinare, mi garberebbe darmi una pulita e lavarmi le mane e il viso. - Faccia pure il comido suo, - arrispose il Vecchio, - e lo lassamo qui dientro con la su' libertà. Allora Giuseppe si levò i su' vestiti e si mettiede quelli che portava ne' tempi passi e buttò via la barba finta, e quando lo chiamorno a desinare comparse nel salotto in nella su' propria ficura. Ficuratevi che feste, che allegrie! Si ricognobbano, s'abbracciorno e gran trionfi da nun si dire; e da ultimo Giuseppe si ristabilì nella su' casa e lì per sempre ci rimanette.