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gli [395] altri preparavano la caldaia e accendevano il foco, si volse provare a abbonirlo Tonino, e che gli perdonassi alla Caterina e fossi contento soltanto di rimenarla con seco nel bosco. Ma Tonino duro, nun gli diede punta retta, e siccome la caldaia di già rimbollorava, lui alzò di peso la Caterina per buttarcela a cocere. Allora la Caterina, che del coraggio nun gliene mancava mai, scramò: - Aspettate un mumento, che prima di morire ho da chiedervi una grazia. Dice Tonino: - Nun c'è grazie per tene. Ma il più piccino s'inframettiede al solito e gli rinuscì ottenere che Tonino la riposassi 'n terra la Caterina e la lassassi parlare: - I' bramo ritornare 'n cambera mia, tanto per dar l'ultimo bacio al mi' sposo. - Che, che! - bociò Tonino. - Questo poi nun lo posso permettere. E voleva riagguantarla quella disgraziata e tuffarla giù nella caldaia bollente. Il più piccino però disse: - 'Gnamo, le grazie si concedono a tutti e' condannati a morte. Che c'è di male se la Caterina va su 'n cambera? Tutti dormono come chioppi in nel palazzo e nemmanco le cannonate gli poterebbano scionnare, e no' siem qui padroni del baccellaio. Fagliela, Tonino, questa grazia. Tonino nun voleva in nissun modo; ma si vede propio che l'ora del minchione viene a ognuno, sicché alle suppliche del su' fratello piccino finì che nun seppe dire più di no, e la Caterina lesta come un uccello salì in cambera soa. Lei s'era 'nsospettita che 'n quegli addormiti in nella Corte ci fusse sotto qualche 'ncanto, e a male brighe arriva, si mettiede con furia a buttare all'eria ugni cosa, sicché in nel frucandolare anco sotto al capezzale cascò la lettera 'ncantata e di ripente tutti si svegliorno. La Caterina subbito urla: - A' ladri, a' ladri! Gli ènno 'n cucina, corrite a chiappargli, - e si sviene. I ladri nun furno a tempo a svignarsela, ma gli arrestorno e i quattro primi gli ebban la testa tagliata dal boia; al più piccino soltanto gli fu perdonato per la su' bontà: poi il Re mandò a pigliare le ricchezze de' ladri, e le fece regalare per lemosina a' poveri del su' Regno. E accosì finirno que' birboni.