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E [389] per le prime volte gli rinuscì all'Assunta questa vitaccia; ma poi stracca, una sera s'addormì per bene e nun potiede libberarsi dall'esser morta come la Tieresa e po' butta dientro la stanza degli ammazzati. Dice il più piccino de' fratelli: - A questo mo' delle donne qui nun ce n'allèfica. Deccoci daccapo insenza chi ci serva, Tonino, per la tu' maladetta furia. Dice Tonino: - Che ti sgomenti? I' vo a pigliare l'ultima di queste ragazze, e la donna i' l'ho subbito ritrova. Tonino dunque andiede a cercare della Caterina e gli disse, che le su' sorelle bramavano d'averla con seco: alla Caterina nun gli parse vero questo 'nvito, perché lei s'era annoiata a quel modo sola, e voleva portarsi rieto tutti i su' attrazzi; ma Tonino gli disse: - Che ne vo' tu fare? Vendi ugni cosa, che addove te vieni nun ci manca nulla, e della robba ce n'è a dovizia e più bella della tua. La Caterina, per dargli retta, vendiede ugni su' possesso, la casa, la mobiglia, i vestuari, e quasimente, quando lei montò in carrozza con Tonino, se nun era 'n camicia ci mancava poco. Il viaggio fu fatto con grand'allegria, perché la Caterina, un po' mattaccina e sderta, rideva e schiassava sempre; ma quando furno al solito bosco, Tonino a un tratto gli disse: - Te lo sai chi son io? - Oh! - arrisponde la Caterina: - vo' me l'ate detto voi da un pezzo. Vo' siete Tonino mi' cognato. Dice Tonino: - Sì; ma son anco un capo-ladro, e gli altri mi' fratelli ènno ladri come me. No' si campa e si diventa ricchi con l'andare a rubbare la notte, e chi ci s'oppone s'ammazza diviato. - O birbone venduto! - scrama la Caterina. - Questo è un bel tradimento! E delle mi' sorelle che n'ate vo' fatto? Dice Tonino: - Le tu' sorelle i' l'ho morte, perché nun badavano all'uscio la notte, quando no' si torna carichi del rubbato; dunque anco te sta' attenta, se ti preme la tu' vita. No' s'ha bisogno d'una donna che ci tienga il quartieri ravviato, tutte le nostre robbe custodite, ci ammannisca da mangiare, e apra l'uscio quando no' si picchia, oppuramente si fischia da lontano. Nun c'è da dormire; sveglia di giorno e sveglia di notte e sempre lesta all'ubbidienza. In nel sentire quest'antifona gli girava a bono alla Caterina; ma siccome lei era più furba delle su' sorelle, pensò tra sé: "I' ci sono, e oramai e' mi [390] conviene