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s'avvede subbito che doveva essere 'ncantata in nel sonno come l'altra gente della città. Stiede lui dapprima quasimente ismemoriato nun sapendo quel che gli convienisse di fare; ma finalmente, con un animo risoluto, si spogliò de' su' panni e si diacé a lato di quella fanciulla e se la godette tutta la notte, insenza che lei addimostrassi manco di averlo sentuto Andreino; e quando poi fu giorno chiaro e che Andreino 'gli ebbe salto il letto, lui su d'un foglio ci scrisse accosì: "Andreino, figliolo del Re Massimiliano di Spagna, ha dormito con suo gran contento in questo letto il 21 marzo dell'anno 203"; e lassò il foglio sopra 'l tavolino. Doppo prendette una bottiglia dell'acqua medicinale e le tre mela avanze alla su' cena, e sceso lo scalone d'alabastro, sortì fora con l'idea di visitare per bene quel logo maraviglioso 'nnanzi di rimbarcarsi. Di rieto al palazzo ci vedde un amenissimo giardino e 'n fondo c'era una villa spaziosa; vi si nentrava per una porta tutta di pietra dura e co' serrami di bronzo a spartimenti pieni di ficure; sotto la vôlta dell'àndito, con arte da ingannar gli occhi, vi si trovava un mosaico che copriva il pavimento, e poi seguivano du' loggiati, uno per parte, su colonne di pietra forte spulita, co' su' capitelli d'oro e i palchi di legni odorosi e gemmati, e tra le travi eran quadri dipinti; e ne' loggiati da ugni lato s'aprivano du' archi di pari ampiezza, ma di lavoro differente, con marmi e bronzi e ornati fatti da mano dotta, e da quest'archi per du' maestose scale si montava in una sala piena zeppa di ricchezze e d'adornamenti 'nsenza numero, che troppo ci vorrebbe a descrivergli tutti. Basti sapere che nel mezzo c'era una vasca con una fonte d'acqua limpida e viva a cascate scompartite e abbondanti, e d'attorno ci stevano immobili più paggi e donzelli 'ricantati in atto di prendere il fresco; e la vasca tutta vieniva coperta da una cupola a mo' di padiglione e a cielo azzurro tempestato di stelle d'oro, con otto statue di marmo che la sorreggevano in alto con il braccio manco, in nel mentre che con il braccio man ritto verciavano dientro il bacino otto zampilli d'acqua da un corno; e queste statue rappresentavano tante famose donne, compagne nel vestiario, ma diverse in nella faccia, ed erano, Lucrezia di Roma, Isabella di Ferrara, Elisabetta e Leonora di Mantova, Varisilla veronese, [