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377] sala tutta stacchi: ci vedde diverse porte e a una c'era al solito ritto un soldato in arme, ma fermo e mutolo incantato. Bramoso Andreino di cognoscere le maraviglie di quel logo, cominciò a girarlo per ugni verso, e doppo trascorsi dimolti appartamenti nentrò in un salone, che in mezzo aveva un vaso d'oro, e da questo vaso si partiva un ceppo di vite, che innalzandosi maestosamente su alla vôlta la ricopriva di tralci, folti di pampini, gremi d'uve squisite di più colori e qualità e pendenti lungo quelle venerabili pareti: da un lato del salone, propio 'n vetta, per una gradinata di marmo si saliva a un ripiano, e sul ripiano una selva di colonne d'argento reggevano un baldacchino, e sotto al baldacchino ci steva il trono con tutte le reali 'nsegne ricche di pietre preziose. A tutte queste bellezze disse Andreino: - Bada che mai leggiadre cose son qui! Eppure nun le gode nissuno. Oh! s'i' potessi godermele io! Ma siccome doppo tanto girellìo gli era vienuta a Andreino la fame a dargli noia, pensò di cercare se ci fusse come cavarsela; e difatti gli rinuscì trovare un salottino con una mensa bell'e apparecchiata con ugni sorta di bevande e di pietanze gustose e, di più, c'era sopra un tondino d'argento con quattro mela dientro. Andreino dunque mangiò e bevette allegramente con grand'appetito, e da ultimo volse sentire anco una mela. Ma, oh Dio! a male brighe che lui la 'ngollò perdé di repente la vista degli occhi. Scrama: - Oh! poer'a me! Che ho io a fare qui solo 'n questo deserto con questa disgrazia che mi è tocca? S'alza 'n quel mentre e va al muro, e a tastoni badava 'n dove steva l'uscio per sortire all'aria aperta; ma mette i piedi su d'una ribalta che si spalanca, e Andreino casca giù in un pozzo, la testa e tutto sotto l'acqua. Fu lesto però a rivienirsene a galla, e con su' gran maraviglia s'accorgette d'aver ricuperato la luce. Dice: - Deccola l'acqua medicinale che quel Mago manifestò a mi' padre per guarirlo. Potre' anco pigliarla subbito e andarmene. Ma oramai che è notte, sarà meglio ch'i' alberghi 'n questo palazzo delle delizie. Dunque Andreino andette a cercarsi una cambera per dormire, e ne trovò una messa alla reale con un bel letto parato, e dientro c'era tutta 'gnuda una leggiadra e bellissima fanciulla, che pareva un angiolo casco lì dal cielo: lei però nun si mosse [378] punto, e Andremo