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NOVELLA XLV
Paolino da Perugia (Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
A Perugia c'era una volta un giovanotto che si chiamava Paolino, e siccome in un altro paese discosto ci facevano una gran fiera, lui pigliò con seco una quarantina di munete con l'idea di spenderle nella compera d'una cavalla. Arrivo che fu in sulla piazza della fiera, in quel mentre che lui girava per vedere quala cavalla poteva fargli più comido, saranno state l'undici, gli viensano 'ncontro du' bellissime ragazze, e insenza tanti discorsi l'abbracciano, lo baciano con un'allegria smensa e cominciano a dire: - Oh! finalmente ti s'è visto, cugino! 'Gli era tanto tempo che ti s'aspettava. 'Gnamo, 'gnamo, ti si conduce a casa dalla zia, che sarà contenta di darti un bon albergo in fin che stara' 'n questo paese. 'Gnamo, la cavalla la compererai domani. Noi tra poco si desina. Dice Paolino ingrullito da quell'accoglienze: - Ma io qui nun so d'avercene né di zie, né di cugine. Vo' sbagliate, le mi' belle ragazze. - Che, che! nun si sbaglia, - bocian loro: - vientene a casa, e vederai che anco la mamma e' ti farà capace. Nun dubitare, ti si tratterà da vero parente. E 'ntanto lo presano una di qua e una di là per le braccia, e lo tracinorno con seco: - Mamma, mamma! scendete giù, è vienuto il nostro cugino Paolino da Perugia, e sta con noi tutto 'l tempo della fiera. Anco la vecchia Paolino l'accoglié con grandi feste: - Caro nipote, vo' ate fatto bene a vienir da noi. Si farà lo 'mpossibile, perché nun vi manchi nulla. Paolino badava a dire: - Ma com'è che 'usino a qui nimo m'ha detto nulla ch'i' avevo una zia e [368]