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e vien giù un'altra gamba. Doppo un po': - Butt'io? - Butta co 'l nome di Dio, - e vien giù un busto 'ntiero che s'attacca a quelle du' gambe. - Butt'io? E Giovannino: - Sì, - e deccoti un braccio e poi quell'altro, e s'attaccano un di qua e un di là al busto. - Butt'io? - Butta quel che tu vòi, - urla Giovannino, e vien giù una testa, sicché finalmente Giovannino vedde lì ritto un omone grande smisurato; e questo lavoro di sentir dire: "Butt'io?" e di rispondere: "Butta pure" durò un bel pezzo, e da ultimo sotto la cappa del cammino ci stevan come 'mpalati e con gli occhi fissi 'n verso Giovannino tre gigantacci spaventosi, che poi saltati giù 'n cucina dissano a Giovannino: - Piglia 'l lume e vien con noi. Dice Giovannino: - Pigliatelo voi. - No, tu l'ha' da pigliar te, - dissan quelli a brutto muso. Pensò Giovannino tra sé: "Addove mi meneranno questi briganzoni?" E siccome lui aveva visto 'nnanzi un gomitolo di liccio dientro la cassetta del tavolino, insenza che que' quattro se n'accorgessano ne legò un capo alla griccia dell'uscio e poi 'gli andette a fargli lume. Scesano una scala, poi un'altra, poi un'altra fin giù in un sotterraneo fondo, e e po' dissano a Giovannino: - Piglia questa zappa e scava qui. Arrisponde Giovannino: - Che! Scavate voi. E quegli: - No, che te ha' da scavare. Sbrigati. Dunque Giovannino principiò a dargli con la zappa, e doppo aver fatto una gran buca, trovò tre pentole piene zeppe di quattrini; un tesoro niscosto in quel sotterraneo. Dice un di quegli omacci: - Piglia queste pentole a una per volta e portale su. Dice Giovannino: - Datemi 'l lume. - No, tu ha' da ire al buio, - quello arrispose. Per su' sorte Giovannino 'gli ebbe giudizio d'assicurarsi la via con il gomitolo di liccio, sicché gli rinuscì bene a salire e scendere per le scale, e con gran fatica portò le tre pentole per insino 'n cucina accosì a tastoni quasimente. Quando tatti furono daccapo raunati vicino alla cappa del focolare, disse 'l capo: - Giovannino, la paura qui nun c'è più e l'incanto è rotto; le tre pentole del tesoro, una è per te, una per il fattore, una per la Compagnia che viene a prenderti concredendoti morto: il palazzo e' sarà del primo poero che picchia 'n busca di pane, perché de' su' veri padroni nun ne campa [